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autore:Salvatore Di Giacomo [Giacomo, Salvatore Di]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


1 La rivoluzione napoletana del 1799, illustrata con ritratti, vedute, autografi etc., a cura di B. Croce, G. Ceci, M. d’Ayala e S. Di Giacomo, Napoli, Morano, 1899.

8

Per la storia del brigantaggio nel Napoletano

Salvatore Di Giacomo

V.

Siamo a’ principii del secolo decimonono. La mala pianta rifiorisce e si torna a pensare di sradicarla.

Carlo Antonio Manhès, nato il 4 novembre del 1777 in Aurillac, dipartimento del Cantal, nel 1810, col grado di generale è spedito a domare il brigantaggio che desola la Calabria, la Basilicata e le Puglie. Di que’ tempi tutto il regno di Napoli è percorso daccapo da spaventevoli bande i cui capi dimostrano una ferocia che fino a questo punto era soltanto attribuita alle belve. Siamo a’ tempi dell’Antonelli e di Parafante, il primo, originario di Fossaceca e arbitro di tutto il territorio chietino.

L’altro, che s’aggira in quello di Cosenza, non è meno audace né men crudele. Parte da Cosenza un battaglione di soldati: Parafante lo appura e spedisce all’ufficiale che li comanda una specie d’araldo d’armi: badasse a non procedere co’ suoi militi, egli lo avrebbe raggiunto e circondato sulla via che da Cosenza conduce a Rogliano. L’ufficiale rimanda l’araldo: badasse Parafante a non farsi trovare, piuttosto. Ma nel luogo indicato ecco i briganti: il battaglione è sbaragliato, venticin-que soldati son fatti prigionieri, assieme ai luogotenenti Filangieri e Guarasci. Si raduna una specie di consiglio di guerra e Parafante lo presiede.

È stabilito che i luogotenenti morranno per mano de’ loro stessi soldati. Costoro rifiutano.

- Eseguite! - esclama il brigante - e avrete salva la vita!

- I soldati rifiutano ancora. Filangieri e Guarasci si fanno avanti e li arringano: - Eseguite. Vi perdoniamo. Eseguite: ve lo comandiamo. Voi tornerete alle vostre famiglie e soltanto due uomini morranno. Eseguite. Il nostro sangue non griderà vendetta contro di voi...

Pallidi e tremanti i soldati ascoltano la voce commossa de’ loro capi. Intorno stanno i briganti, in silenzio. È un tramonto. Quale scena solenne e tragica, degna della penna d’Hugo o del pennello di Goya! Ecco, vinta l’irresoluzione angosciosa, i soldati si mettono in fila; Guarasci e Filangieri si stringono l’uno all’altro, i soldati spianano le armi.

- Fuoco! - grida Guarasci.

E la scarica li stende morti.

- Ora a quelli altri! - urla Parafante a’ compagni.

E in men che si dica i soldati son trucidati. Si dà fiato alle trombe, i briganti saltano sui loro cavalli, spariscono. E al lume dorato d’un de’ magnifici tramonti calabri i ventisette cadaveri sono lì abbandonati alla notte sopravvegnente e agli uccelli di rapina ed a’ lupi vaganti!

Ah, sì, ci voleva Manhés! Il suo nome suonava lì per i piani della Basilicata e della Puglia come la tromba di Gerico: un terrore profondo, non appena la sua presenza fosse annunziata dalle solite spie de’ briganti, si spandeva in quelle file e le ricacciava nel più folto della boscaglia. Nessun quartiere: presi con le armi alla mano i banditi eran fucilati, i loro manutengoli subivano la medesi-ma sorte; l’Antonelli, catturato e ricondotto a Chieti, vi entrava posto a cavallo



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